I SEGRETI DI TWIN PEAKS
Il genio di Lynch e lo specchio del male.
Il debutto de “I segreti di Twin Peaks” avviene l’8 aprile 1990, in una fase avanzata della Seconda Golden Age, sulla rete televisiva americana ABC. Twin Peaks rappresenta una rivoluzione: si impone come fenomeno globale, tanto da poter dire che, per quanto riguarda la storia delle serie TV, esista un prima e un dopo “Twin Peaks”.
Le prime due stagioni di “Twin Peaks” (costituite da un lungometraggio pilota e ventinove episodi seguenti) sono realizzate da un gruppo compatto di professionisti dell’audiovisivo e risultano essere un lavoro organico, nonostante gli episodi siano stati diretti da vari registi e solo pochi rechino effettivamente la firma di David Lynch. La terza stagione, invece, è il risultato delle decisioni completamente autonome di Lynch e Marc Frost: si notano quindi una minore dimensione industriale (e più autoriale) e l’utilizzo di un linguaggio anti-narrativo, con un’estetica meglio definita.
Il sodalizio professionale tra Frost e Lynch comincia nel momento in cui il primo si fissa sul libro “The Goddess” su Marilyn Monroe, e il secondo riceve una telefonata da parte di un produttore della Warner Brothers che vuole realizzare un film, ispirandosi a quello stesso libro, e accetta. Da lì i due iniziano alcune collaborazioni, che non vengono però portate a termine. L’agente di Lynch, Tony Krantz, li spinge ossessionatamente a fare qualcosa per la televisione e, un giorno, casualmente, mentre i due autori parlano alla tavola calda del Du Pars, all’angolo tra Laurel Canyon e Ventura, hanno l’ispirazione perché viene loro in mente l’immagine di un corpo avvolto nella plastica e trascinato sulla riva di un lago dalla corrente. In origine si intitola “Northwest Passage” e l’idea alla base è quella di una lunga storia ad episodi, ambientata in una cittadina del North Dakota. Lynch e Frost cominciano lavorando insieme, e poi separatamente, una volta impostato il lavoro.
L’idea di base è quella di porre al centro della storia l’omicidio misterioso di una giovane ragazza, Laura Palmer, il quale pian piano sarebbe stato relegato sullo sfondo, in favore del primo piano, costituito dai protagonisti di ogni settimana, analizzati nel dettaglio, e del piano di mezzo, che tratta tutti i personaggi della serie.
Per il resto, la serie si costruisce man mano durante le riprese. Gli attori stessi sono scelti in modi anti-convenzionali, tramite amicizie degli autori o casi fortuiti. Ecco, di seguito, alcuni esempi:
- nel progetto iniziale di Lynch non compare Killer Bob, che viene aggiunto solo dopo un’illuminazione del regista che decide di far apparire Frank Silva, l’assistente dello scenografo, dopo averlo visto spostare una cassettiera davanti alla porta della camera di Laura Palmer durante le riprese e dopo che questo era stato immortalato accidentalmente nel riflesso di uno specchio in un’altra scena;
- il personaggio di Dale Cooper (agente speciale dell’FBI) nasce già con una fisionomia precisa, ma l’attore che interpreta il suo ruolo, Kyle MacLachlan (conosciuto da Lynch sul set di “Dune”, reclutato tramite un’agenzia di casting, e, al tempo, pressoché sconosciuto, essendo un giovane attore con una modesta esperienza teatrale), è molto simile a lui, come se fosse nato per quella parte e come se, recitando se stesso, contribuisse in un qualche modo alla creazione di Cooper medesimo;
- l’attore per il personaggio di Andy Brennan (vicesceriffo di Twin Peaks) viene trovato casualmente sempre da Lynch, la sera in cui decide di noleggiare una macchina per andare ad una serata in onore di Roy Orbinson, al Fox Theatre. Harry Goaz è al volante e, quando riporta a casa Lynch al ritorno, gli rivela che fa l’attore a Los Angeles, e il regista sente di essersi trovato di fronte la persona perfetta per il ruolo di Andy e glielo propone.
Ne “I segreti di Twin Peaks” è presente una commistione di due diversi generi televisivi, la soap-opera e il poliziesco. Si affrontano temi importanti e controversi, come la violenza domestica, l’incesto, l’abuso sessuale. Fondamentale è il tema del doppio come possibilità di duplicazione e moltiplicazione del sé. La vita di Laura Palmer è raddoppiata all’infinito dalle vite degli altri personaggi; si ha poi un concreto sdoppiamento della sua identità quando, nel settimo episodio della prima stagione, arriva sua cugina, Maddy Ferguson, sua copia identica interpretata dalla medesima attrice. La stessa Twin Peaks ha una natura duplice (la traduzione del suo nome è “vette gemelle” di fatto): le due ciminiere sulla segheria, il cartello di benvenuto con le due montagne stilizzate, le due anatre ai piedi della cascata e gli alberi speculari. All’inizio dell’episodio pilota, c’è un lento movimento di macchina che si avvicina a Joselyn, mentre si trucca davanti ad un piccolo specchio. Proprio lo specchio è il primo luogo concreto e metaforico di sdoppiamento. Il doppio diventa, per Lynch, un mezzo per immergersi nel perturbante e nell’ignoto: diviene, così, incarnazione del Male e concreta manifestazione di una presenza oltremondana.
L’abilità straordinaria di Lynch e il suo genio cinematografico sono evidenti anche nella realizzazione tecnica della serie, per trasmettere le sensazioni del mondo onirico e per far provare allo spettatore un senso di smarrimento e disorientamento direttamente sulla propria pelle, come se fosse al’interno di un sogno, e, a volte, quasi di un incubo. Con questo fine, il regista utilizza spesso il montaggio parallelo, mostrando eventi diversi che avvengono contemporaneamente, ma in luoghi differenti, contribuendo così ad infittire e a rendere più interessante e dinamico l’intreccio del suo racconto. La dimensione suggestiva e l’atmosfera del sogno sono alimentate anche dall’utilizzo di luci strobo in alcune scene, da effetti sonori con distorsione e dalla musica inquietante (creata da un importante compositore, Angelo Badalamenti, e che spazia tra jazz, elettronica, ambient, e musica tipica dei film noir, oltre che a sonorità sintetiche, tastiere e piani elettrici), che tramite all’uso di dissonanze e sospensioni potenzia i momenti di massima suspence della serie.
Il cibo ha una grande importanza, e, in particolare, i pasti riscaldanti e zuccherati. Twin Peaks diventa un universo di zucchero: nella cultura americana dolce e zuccherato sono spesso assimilati ad una connotazione sessuale. Questo piacere è, infatti, solo superficiale perché Twin Peaks si apre su mondi di luce e tenebre e ricrea la notte.
A Lynch affascina molto l’idea delle lacrime e del pianto, che rende convulso il volto, senza coinvolgere il corpo. Non esita a far vedere la bruttezza sul volto di chi piange.
L’essenza del perturbante emerge dal consueto, dall’usuale, dal conosciuto, dagli elementi naturali e da figure solo in apparenza rassicuranti.
Nelle prime due stagioni, Lynch vuole rappresentare la perdita di innocenza del popolo americano e il suo passaggio all’età adulta, sottolineando l’aspetto inquietante della vita quotidiana, apparentemente idilliaca, caratteristica degli anni Cinquanta.
E così, di fatto, la cittadina di Twin Peaks è emblema della provincia americana, è simbolo dell’intera società statunitense: una società sempre più soffocata dalle tenebre del Male.
Di Rossana Caprari
12/01/23